venerdì 21 agosto 2015

Armada : la recensione con gli spoiler a sorpresa


Ma parliamo di Armada, il secondo e atteso libro di Ernest Cline, e leviamoci subito l'elefante dalla stanza: fa cagare.
Chi mi conosce sa che ho nutrito dubbi fin dal momento in cui e' stato svelato il plot: un ragazzo particolarmente bravo ad un game viene reclutato per difendere la terra da una vera invasione aliena.
Dai Ernest, ce la meni per tutto il tempo con la cultura anni 80 e poi mi usi una trama che sembra presa da "The Last Starfighter" o "Ender's Game" ?. Davvero pensi che i tuoi lettori non se ne siano accorti ?
Poi dici "eh ma Ernesto e' furbo, ti copia la trama per poi spiazzarti mentre ti snocciola la storia".
Ed e' con questo spirito che ho iniziato a leggere il libro: fiducioso.
E per un po' sei stato appagato. Diciamo per tutta la "Phase One" che sono i primi 7 capitoli del libro.
La storia intriga, avevi comunque la sensazione che fosse tutto molto telefonato ma dentro di te una vocina ti suggeriva che "dai, credici, adesso ti fa un plot twist di quelli che neanche i Soliti Sospetti" e a fondo pagina vedevi formarsi l'hashtag #CREDICI, in caps.

Poi arriva quello che Doc. Brown chiamerebbe, mostrandoti un plastico grossolano, il punto di non ritorno. Il momento in cui la storia ti trascina in quel vortice di eventi che t'aspettavi ma che speravi di non leggere, in un susseguirsi di banalita' incostanti dove le azioni inguistificate trovano senso solo perche' l'autore gioca a fare il brillante con la storia dell'hacking e tutto diventa (paradossalmente) fattibile.

Sei allibito, quella sfilza di minchiate che stai leggendo non puo' essere la storia di Armada, dev'esserci quella svolta, quel guizzo Cline-iano che ha reso Ready Player One uno dei tuoi libri preferiti di SEMPRE.
E continui a leggere ma non sei piu' fiducioso, sei: speranzoso
Ma come c'insegna Salvadores, "chi vive sperando, muore ...." e il libro finisce, si chiude nella piu' mediocre banalita' che ti sia mai capitata di leggere. Un happy ending che se non avessi letto "Ernest Cline" in copertina avresti potuto credere di aver scritto tu stesso, nella tua ignoranza letteraria da wannabe.
Non voglio fare quello che critica lo stile narrativo di un autore, voglio fare quello che critica la storia che e' il dna di ogni romanzo.
Tutte le citazioni nerd che ha abbondantemente inserito anche in questo libro sono fuoriluogo, estranee, non piu' funzionali come lo erano in Ready Player One. Sono un contorno che nel proseguire della trama diventa insistente e fastidioso. Viene da domandarsi perche' ci sia tutto questo attaccamento nerd da parte di tutti i personaggi e la risposta ... non c'e'.
E' cosi' punto e basta, #stacci e beccati sta scarica di quote e aforismi nerd e gioisci che essere nerd e' bello e trendy in questi giorni. Per non parlare del potpourri di minchiate buttate li tanto per, come la conferenza con Steven Hawkings e Neil Degrasse Tyson o la strafiga spaziale nerd di turno badass esperta di tecnologia aliena smanettona. Nella sua ridicolaggine Cline tira in ballo anche la religione, l'omosessualita' e conclude con uno schiaffo buonista gandhiano che quando finisci il libro ti chiedi : "meh! ma che cazzo ho letto ?" e non sei piu' speranzoso, sei solo deluso.

Adesso mi annunci che stai lavorando al terzo romanzo, bravo.
Io credo ancora in te, solo questa volta non ti preordino niente e amici come prima.

P.s. la tua mente ha inconsciamente rinominato questo libro "Cagada"

1 commento:

cooksappe ha detto...

gli spoiler sono sempre a sorpresa :D